Benvenuto al rifugio Orto di Donna
Il Rifugio orto di donna è chiuso.
Ci vediamo nel 2024!
Per informazioni chiama Stefania: +39 347 366 3542
Il rifugio e Covid 19: Leggi le nostre indicazioni in merito
Su richiesta anticipata panini per il trekking del giorno dopo.
Intolleranze alimentari, vegetariani e vegani: basta comunicarlo al momento della prenotazione.
Se si desiderare pranzare sempre piacevole avere una conferma, soprattutto per i gruppi.
Le guide alpine, ambientali, di media montagna con tesserino valido a seguito, hanno la gratuità se accompagnano dei gruppi.
ti aspettiamo per condividere momenti indimenticabili
Il rifugio Orto di Donna è situato a 1500 metri s.l.m. Si trova nella parte più alta della Val Serenaia, sotto il Passo delle Pecore. Secondo posto tappa dell’”ALTA VIA DELLE ALPI APUANE” e ottimo punto di arrivo e riposo per chi effettua la bella ferrata del MONTE CONTRARIO, buona partenza anche per chi vuole effettuare la salita al Monte Pisanino. Il rifugio ha una capienza di 40 posti letto:
4 camere da 2, una camera da 6, una camera da 8 ed un camerone da 18 posti letto disposti tutti in letti a castello, no matrimoniali, e due bagni al piano.Sempre al piano trovate tre docccie a gettone con servizio lavandiniadiacenti.
Qui vi aspettano l’esperienza alpinistica e l’accoglienza di Stefania ormai collaudata da 18 anni di gestione in questa conca stupenda delle Apuane, con il suo team allegro e disponibile e con le sue figlie Nicole e Nives.
Il rifugio è dotato di bagni e docce e dispone di un ambiente per la didattica, le per proiezioni di foto e filmati e spazio gioco per i più piccoli.
DA LUCCA
Percorrere la SS 445 Lucca-Piazza al Serchio, proseguire per Minucciano; prima della galleria svoltare a sinistra e percorrere la strada per pochi km fino al rifugio Val Serenaia, dove poco più avanti in prossimità di una curva a gomito è possibile parcheggiare. Il Rifugio Orto di Donna si raggiunge solo a piedi percorrendo il sentiero n.180 che parte proseguendo la strada dopo il parcheggio in direzione Rifugio Donegani a fine strada asfaltata ( sent 180 cai tempo di percorrenza 1 ora e 30 minuti).
DA AULLA
Percorrere la SS 63, deviare poi in direzione Casola in Lunigiana-Pieve S. Lorenzo- Minucciano SS 445. Oltrepassato il paese di Minucciano, attraversare la galleria e svoltare a destra fino al rifugio Val Serenaia, dove poco più avanti in prossimità di una curva a gomito è possibile parcheggiare. Il Rifugio Orto di Donna si raggiunge solo a piedi percorrendo il sentiero n.180 che parte proseguendo la strada dopo il parcheggio in direzione Rifugio Donegani a fine strada asfaltata ( sent 180 cai tempo di percorrenza 1 ora e 30 minuti).
È l’erede naturale del primo Rifugio “Guido Donegani” della sezione del C.A.I. di Lucca; costruito tra le cave del fianco est del Grondilice (a 1282 m) e poi spostato più in basso, verso Serenai (a 1122 m), prima di essere quasi fagocitato da gradoni e ravaneti. Anche il secondo Rifugio ha dovuto chiudere i battenti nel 1999, poiché non più idoneo.
Parco e Comune di Minacciano hanno deciso di costruire il terzo Rifugio di Orto di Donna verso il Passo delle Pecore, presso l’ex cava 27 a 1500 m di quota, in un area recentemente rinaturalizzata con interventi di ingegneria naturalistica. L’edificio è il risultato di un recupero ed ampliamento di vecchie costruzioni di servizio alle cave.
Il nuovo Rifugio si sviluppa su tre piani e ha a disposizione 30 posti letto. Il Rifugio è servito da una strada di arroccamento di cava (non aperta al transito pubblico) ed è raggiungibile a piedi dal Rifugio Val Serenaia (1,15 h ), attraverso il sentiero C.A.I. n°180 e successiva variante che dal piano dell’Orto di Donna risale fino al Rifugio.
Una delle caratteristiche più sorprendenti delle Apuane è rappresentata dall’eccezionale varietà della flora spontanea in cui si contano circa i due terzi delle specie vegetali presenti nella penisola.
L’ area della conca glaciale dell’Orto di Donna-Val Serenaia presenta una copertura pressoche continua di boschi cedui di faggio(Fagus sylvatica) più o meno coetanei, con diversi esemplari maestosi che forse derivano da antiche matricinature. In quota sono protagonisti i ciuffi del paleo, una graminacea estremamente resistente alle intemperie, in basso i ciclamini e i profumati roseti, praterie di narcisi, orchidee e asfodeli, gigli di San Giovanni, campanule, peonie e sassifraghe, arricchiscono ulteriormente tanta diversità biologica. Nel versante nord del Monte Contrario, a circa 1500 metri di quota, sopravvivono, a stento gli ultimi esemplari spontanei di abete bianco (Abies Alba) delle Alpi Apuane.
tanto da scoprire
La conca di Orto di Donna-Val Serenia rappresenta, per la geodiversità del patrimonio geologico conservato, uno dei più significativi “geositi” delle Api Apuane, ovvero un luogo straordinariamente ricco di elementi rilevanti dell’eredità geologica della stessa regione montuosa.
Significativi, poiché documentano il complesso periodo delle glaciazioni, sono qui le forme e i depositi rimasti dall’ultima espansione würmiana e dal successivo arretramento dei ghiacci nel postglaciale.
Il ghiacciaio di Gramolazzo, il cui fronte estremo raggiungeva l’altezza dell’attuale ed omonimo centro abitato (intorno a 600 m di quota), era il più esteso delle Apuane e nasceva dalle lingue glaciali discendenti dal versante nord-orientale del M.Pisaninno e dal bacino di accumulo di Orto di Donna-Val Serenaia.
L’allineamento di creste affilate, che delimita il lato meridionale della conca glaciale, consente ancora oggi di apprezzare due grandi circhi, rispettivamente al di sotto del M.Cavallo e del M.Grondilice. “Rocce montane”, con strie dell’azione erosiva dei ghiacci, si osservano in Serenaia, sul lato est della strada di fondovalle e, poco più a nord, in località Tecchiarella, qui in prossimità di un relitto di valle pensile, abbandonata nelle fasi avanzate della glaciazione würmiana.
Nella conca di Orto di Donna-Val Serenaia, che assume il tipico profilo a “U”, non affiorano depositi glaciali, probabilmente ripresi e rimaneggiati dalle acque superficiali nel postglaciale. Notevoli depositi morenici, costituiti da ben tre cordoni, si ritrovano più in basso, lungo la Valle di Gramolazzo, in località Mandria.
Insieme alle forme glaciali, e spesso sovrapposte a queste, si trovano quelle carsiche. A nord-est del M.Grondilice, intorno ai 1600 m di quota, si estende un campo di doline, dalle tipiche forme ad imbuto e a ciotola con perimetro ellittico (diametro massimo di 60 m). Pure nell’area a nord-ovest del M.Cavallo si è sviluppato un piccolo sistema carsico di vallecole cieche e piccole doline a pozzo (profonde una decina di metri). Tra le microforme carsiche che si accompagnano, si ritrovano scannellature, solchi a doccia e crepacci.
Infine, gli Zucchi di Cardato – che in alto disegnano un orlo di paesaggio a “cuesta” – presentano lungo il pendio enormi blocchi di diaspro, precipitati per improvvise frane di crollo.
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